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Caro Luigi,
non ti ho mai scritto una lettera né sinceramente avrei mai immaginato di farlo, per lo meno in simile occasione e con questo tenore.
Sì, Luigi… perché a mezzanotte di giovedì 18 gennaio non si è fermato solo il tuo cuore ma per un attimo anche quello di Giorgio, di Marco e Francesca, il cuore di tanti, innumerevoli tuoi amici, e non ultimo il mio.
Tantissimi sono stati i ricordi e le avventure che ci hanno accomunato nei nostri anni di amicizia.
Sarò sempre grato a Giorgio per avermi immediatamente avvisato appena qualche minuto dopo; sono corso da voi due, che sapevo soli, tu già col pallore di chi se n’è andato per sempre, Giorgio affranto perché lo avevi abbandonato definitivamente.
Benché abbiamo avuto la sorte di conoscerci da adulti, ci siamo comunque frequentati con la spensieratezza della gioventù, condividendo avventure, risate, interessi.
Marocco, Albania, Thailandia… e poi l’ultimo viaggio insieme, l’unico da soli, io e te, in Transilvania, come due ragazzini, un po’ acciaccati ma con il solito spirito curioso, quasi infantile e impertinente.
Sono partito appena saputo, sono stato con te diversi giorni, ho cercato di lasciarti solo il meno possibile, ti ho tenuto la mano stretta tra le mie, ti ho accarezzato la fronte.
Sono stati sei giorni pieni, ricchi di dolore ma anche di emozioni che mi hanno molto arricchito e rasserenato nel contempo.
Ricordo, appena arrivato da te, il tuo scandire il mio nome e cognome, la gioia che ho provato nel sapere che mi avevi riconosciuto.
Sabato mattina ti ho salutato per l’ultima volta, consapevole che non ti avrei visto più e che mi sarebbero rimasti solo i ricordi che ti prometto non svaniranno mai e che mi faranno per sempre compagnia.
Ho nella mente e nel cuore tante immagini che mi hanno infinitamente emozionato: la commozione e le lacrime di Francesca e Marco; tuo figlio e i tuoi adorati nipoti abbracciati stretti tutti insieme, piegati davanti a te, prima che tu scomparissi per sempre alla loro vista.
Ma il particolare che più mi ha toccato è stato il vedere, al mattino del sabato, al mio risveglio, che Giorgio aveva delicatamente appoggiato su di te un caldo plaid, a coprirti quasi ad evitare che tu non prendessi freddo. E’ stata una dimostrazione quasi assurda di amore paterno, è stato come se il tuo Giorgio si fosse voluto prendere cura di te non come un figlio bensì come un padre. E’ stato un gesto di infinito amore.
Sei stato per me un grande, vero amico come spero anzi voglio credere di esserlo stato io per te.
L’amicizia non si perde: è spirito che non si cancella, che resta come arricchimento, che sedimenta nell’intimo e ci consola, che vive nei ricordi e nelle emozioni.
Mi hai fatto compagnia, rallegrato e arricchito con la tua amicizia e questo è stato per me un dono immenso. Credo, sono sicuro che è stato così per tutti coloro che hanno avuto come me questo privilegio.
Nei giorni a venire racconterò di questo nostro rapporto, di ciò che abbiamo condiviso, come peraltro ho continuato a fare in passato da quando ti conosco.
È solo così, credo, che si possa celebrare un amico, senza retorica, senza fronzoli o esagerazioni, solo con l’allegria e la gioia che quei ricordi raccontano perché descrivono la persona che sei stata.
Capisco, infine, che tu abbia preferito Maria Pia a tutti noi e l’abbia voluta raggiungere al più presto. Non ti biasimo per questa tua scelta; in fondo è stato il tuo più grande amore ed io so bene quanto ti sia mancata in questi due anni.
Ora finalmente sei con lei e a tutti noi questo vostro ricongiungervi dovrebbe consolarci a sufficienza. Dico dovrebbe consolarci perché in effetti è molto duro colmare con questo semplice pensiero il vuoto che hai lasciato intorno a tutti noi.
Ti abbraccio forte e ti voglio tanto bene.
Teo.


Transilvania, 2022

Transilvania, cioè oltre la foresta.
Ho viaggiato con Luigi, il mio carissimo amico e compagno di avventure.
Sette giorni indimenticabili, impagabili, in una terra abitata da gente ospitale, bella e pulita.
Città fortificale, chiese protette da cinte murarie, castelli che sembrano usciti direttamente dalle più fantastiche fiabe, foreste tinteggiate dai malinconici colori autunnali.

Pianure ondulate punteggiate del giallo dei grossi girasoli s’alternano a campi di granoturco verde cupo in una successione di colori intensi.

În visul domnitorilor români, libertatea apărea ca un cer fără semilună.
Nel sogno dei principi rumeni, la libertà appariva come un cielo senza la semiluna.


Alba toscana, 2022

Vagare all’alba, senza meta, pedalando sulla bici dell’anima, l’orecchio teso a raccogliere i primi bisbigli mattutini della Natura. La rugiada bacia i verdi seni della Terra; il primo raggio investe di rosa tutto ciò che attraversa.

E come per magia si va componendo dinanzi agli occhi il più soave, impalpabile ed etereo degli acquerelli.


Don Quijote, 2021

“Dove sono i giganti?” disse Sancio Panza. “Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone, con quelle braccia sì lunghe, che taluno d’essi le ha come di due leghe”. “Guardi bene la signoria vostra” – soggiunse Sancio – “che quelli che colà si discuoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e quelle che le pajono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino”. “Ben si conosce”, disse don Chisciotte, “che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disuguale tenzone”


Profili della terra, 2019

Profili sempre nuovi, sempre diversi, si mostrano davanti ai nostri occhi; linee che la natura sembra voler disegnare quasi a rammentarci che la geometria, prima di essere scienza per l’uomo, è misura della terra. L’uomo è assente, invisibile. Unica protagonista qui è la Terra, con le sue pieghe, le sue rughe, i suoi merletti. Quanto poco basta per riconciliarsi con essa: a chi sa vederla, ci mostra di continuo il suo volto, i suoi lineamenti, i suoi zigomi. A noi viene richiesto solamente di tendere lo sguardo ad osservare le pennellate del più raffinato dei pittori.


Portugal e Algarve, 2018

Una vacanza indimenticabile. Sette giorni in Portogallo e in Algarve, insieme al mio amico fraterno Fernando. Ci separano 12.000 km. ma basta ritrovarsi per annullare qualsiasi distanza. Tanta strada insieme, in auto, a piedi, in barca. Sette giorni condividendo paesaggi mozzafiato, fotografie, bevendo il mate, fumando una sigaretta, rinsaldando la nostra giovane amicizia. Una vacanza che conserverò a lungo nel mio cuore. Grazie, Fernando.

Unas vacaciones inolvidables Siete días en Portugal y en el Algarve, junto con mi amigo fraterno Fernando. 12,000 km nos separan. pero una reunión es suficiente para cancelar cualquier distancia. Tanto camino juntos, en coche, a pie, en bote. Siete días compartiendo paisajes impresionantes, fotografías, tomando mate, fumando un cigarrillo, reforzando nuestra joven amistad. Un día de fiesta que mantendré por mucho tiempo en mi corazón. Gracias, Fernando.


Kasbah, 2017

Questo viaggio non è stato un’avventura come le altre. E’ stato il romanzo che racconta come e perché raggiungere l’anima di questa Terra,  la mia pretesa di vivere da solo il silenzio, le vicende millenarie di questi luoghi, dove i muri di fango hanno assorbito secoli di piccole storie. Un Viaggio percorso risalendo il Medio Atlante, incontrando piccoli villaggi mimetizzati tra le alture circostanti per poi immergersi,  alla fine, nella regina delle Kasbah, quasi un tuffo rigenerante nello scrigno di Ait-Ben-Haddou che, a saperlo ascoltare, restituisce il silenzio che invade le stradine e il tempo che sembra sospeso. Qui non ci vuole né fretta né impazienza. Qui bisogna imparare a non aspettarsi niente, imparare a non fare niente, tornare a sé e isolarsi nel proprio guscio, qualunque sia la sua consistenza. Bisogna prendere il tempo come viene, secondo il suo ritmo e il suo umore.


Thailandia, 2015

La serenità, la dolcezza, il rispetto: tutti sentimenti e atteggiamenti che non trovi solo negli innumerevoli templi ma in tutto il Paese. E poi la gentilezza, il sorriso, sempre accompagnati da un leggero inchino e due mani giunte… Fiori di loto, orchidee, passanti, commercianti, tassisti: tutto sembra sorridere nonostante la povertà. E’ stato, questo, indubbiamente il primo e forse unico viaggio tornando dal quale mi sono sentito un po’ cambiato, in meglio…


Le Mont Saint Michel, 2017

… Anch’esso desiderato, sognato a lungo e finalmente realizzato. Appena l’ho visto, da lontano, mi ha lasciato completamente stupefatto, disorientato. Stentavo a credere che l’uomo abbia saputo incastonare nella natura rocciosa una potenza mistica di tale intensità. E poi la marea, dapprima lontana, silenziosa, quasi in punta di piedi. Poi via via sempre più invadente, sfacciata, rumorosa: una mandria di puledri al galoppo che investe e abbraccia il Monte in una morsa profonda, come a volerlo ingoiare ed invece lo circonda dolcemente, lo culla, lo accarezza. E quando tutto è calma, pace, silenzio, eccolo ergersi come sempre, maestoso ed elegante, come sentinella sulla porta dell’oceano.


Viaje al Norte, 2016

Un viaje increíble, pleno, rico de colores y emociones, paisajes extraordinarios. Lugares únicos, entre la tierra y el cielo: Valle de la Luna, Talampaya, Cafayate, Quebrada de las Conchas, Purmamarca, Maimará, Tilcara, Humahuaca. Pero, sobre todo y en primer lugar Graciela y Fernando, su compañía, su simpatía, su amistad.  El Mate que tomamos juntos, nuestras cenas y nuestras copas alzadas para brindar a nuestro maravilloso,  inolvidable viaje juntos, nuestro viaje al Norte.


Angkor Wat, 2015

C’è tutto il grande cuore della piccola Cambogia nello sguardo d’amore delle sue statue. Questo è l’Oriente dei sogni e dei miti, è l’Oriente vero e bisogna arrivare fin quaggiù, nella foresta che abbraccia Angkor, nei laghi e nelle paludi, per conoscere i brividi dell’emozione Cambogia, terra di infinite gentilezze dove il vento che accarezza le piante regala aromi incantevoli, capaci di stordire.